Bortoluzzi Milvia

Bortoluzzi Milvia Auronzo di Cadore - 10.12.1937
Via Val Cismon, 127 - 36016 Thiene (VI)
tel. 0445.365064
milviabortoluzzi@virgilio.it
Incisore, pittore. Pratica l’attività calcografica dal 1969, prediligendo prevalentemente le tecniche dell’acquaforte, ceramolle, acquatinta, puntasecca, tecniche miste, sperimentali, xilografia e litografia. Ha realizzato 190 matrici, mediamente 5 all’anno. Stampa in proprio e presso la stamperia Busato di Vicenza e Il Torchio di Thiene. Dal 1972 ha allestito 12 personali e partecipato a 50 collettive relative all’incisione.

“ […] Nell’analizzare più a fondo l’operato dell’artista, si coglie come Milvia Bortoluzzi abbia in essere una predisposizione a sintetizzare il mondo sensibile, quello di cui ne percepiamo l’incessante trasformarsi in un susseguirsi di fenomeni naturali, quel mondo contrapposto all’intelligibile e al razionale […] Scrive Donat Conenna nel catalogo personale dell’artista: “ […] la lettura del paesaggio da parte di Milvia è il portato spontaneo di un suo pretto modo di vedere e si intendere le immagini del circostante, in una sorta di alternarsi degli interni con gli esterni, il bosco e la natura morta, il vaso diafano e i fiori al primo germoglio. E’ una sua Weltanschaung, una sua visione del mondo, profondamente sentita, a tutti i livelli espressivi: da quello emozionale e psicologico a quello più volutamente intellettuale. Ed è una visione del mondo, cioè delle piccole grandi cose che fanno compagnia ai nostri occhi, a portare Milvia a chiarire (ma il vocabolario del critico potrebbe anche colmarsi di sinonimi) fino alla trasparenza, le cose e i luoghi che ci circondano. […]” Dal punto di vista compositivo, le opere di Milvia Bortoluzzi sono acclarate da una limpidezza che lascia ampio respiro al soggetto, sono la sintesi poetica della sensazione visiva: zone di intenso chiarore si contrappongo a parti scurite, giocando così con la luce e l’intensità del segno. Per quanto concerne la tecnica, l’incisione per la Bortoluzzi non ha segreti, se non la voglia constante di riscoprire nuovi modi di espressione; ma riesce sempre a stupirla quando Milvia, dopo aver fatto scorrere la lastra sul ripiano del torchio, alzando il foglio vede stampate tutte quelle sensazioni che voleva trasmettere. […]”
Gabriella Zardo