De Marinis Fausto

De Marinis Fausto Harar (Etiopia) - 23.2.1938
P.zza Renato Simoni, 6 - 37122 Verona
tel. 340.2678528
fausto@isegoria.it www.faustodemarinis.it
Pittore e incisore. Pratica l’attività calcografica e xilografica dal 1989, prediligendo la tecnica della xilografia e stampando in proprio. Ha realizzato 70 matrici e dal 1991 ha allestito 5 personali e partecipato a 11 collettive.

La sua prima personale risale al 1963, ma è nel 1979 che l’artista decide di dedicarsi completamente all’arte; da allora, molte sono state le occasioni espositive che lo hanno portato alla notorietà. Pittore di valore, de Marinis è anche incisore e tra le tante tecniche è la xilografia che ha catturato la sua passione. La tecnica xilografica è quella che stampa “in rilievo” o “in piano” le matrici di legno attraverso l’uso di un torchio o con la pressione manuale trasmessa attraverso rulli rigidi di varia dimensione. L’artista incisore usando sgorbie è impegnato a lasciare sulla matrice di legno solo le campiture e i segni che dovranno essere stampati ed asportando tutto ciò che risulterà bianco sul foglio stampato. I legni scelti sono il tiglio, il cirmolo, l’abete, usati da de Marinis con una tecnica di altissima qualità. Le grandi xilografie suscitano forti emozioni per quel loro essere figurativamente atipiche; per situazioni che vivono in una sorta di mondo magico dove ad immagini concrete e reali si affiancano serie di segni, fitti e intensi graffiti, che vanificano ogni nostro tentativo di un riconoscimento iconografico della matrice. Il suo linguaggio che molto spesso si avvicina con rimandi alle culture arabe e africane, o meglio a tutta quella striscia affascinante dello straordinario Maghreb, sfrutta le caratteristiche dell’alto contrasto caratteristico della xilografia per approfondire quelli che con il tempo sono diventati suoi peculiari: i temi di tutte le situazioni che possono intrigare, del bene e del male, il labirinto, il bianco e il nero, il sole e la luna, simboli matematici, il serpente che si morde la coda sfruttando il fatto che il bianco e nero della matrice siano entrambi ed egualmente scriventi. Insomma noi che siamo i destinatari delle sue “immagini” ci ritroviamo a percorrere quell’infinito intrico di linee spirali e ondeggianti che restituiscono scorrevolezza e dinamicità alla situazione raffigurata, che per chiarezza va esplicitato non è detto debba sempre essere origine di piacere o piacevolezza: anzi, quelle di de Marinis vogliono essere immagini di provocante riflessione.
Maria Gabriella Savoia