Bengasi (Libia) - 8.8.1936
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Incisore e pittore. Pratica l’attività calcografica dal 1960 ed opera prevalentemente con le tecniche dell’acquaforte, acquatinta e maniera nera. Ha realizzato oltre 250 matrici. Stampa in proprio e presso lo stampatore A. Milluzzo. Dal 1978 ha allestito numerose personali e partecipato a collettive.
Da molto tempo ormai la Sicilia non solo ospita, promuove e organizza manifestazioni legate all’incisione, ma è anche patria di molti valenti artisti che si esprimono con questa tecnica. Sebastiano Italia è uno dei tanti prodotti di questa fertile stagione.
Ha compiuto la sua formazione più canonica a Catania, poi si è perfezionato ad Urbino con i corsi si silografia e calcografia presso la Scuola del Libro. Ma il momento che forse lo ha maggiormente influenzato è avvenuto più tardi, a Salisburgo, ove il giovane Sebastiano Italia si era recato a frequentare i corsi tenuti da Johnny Friedlaender. Qui è scoccata una scintilla che ha poi in vario modo influenzato gran parte delle creazioni artistiche successive, perchè Friedlaender è divenuto, accanto a Paul Klee una costante musa ispiratrice per Sebastiano Italia. Questi due artisti, e poi anche certi Surrealisti come Wilfredo Lam, hanno lasciato da allora, e fino al momento presente tracce evidenti e suggestioni nella sua produzione, sia in campo pittorico che grafico.
Dal 1960 (anno dei suoi esordi nell’incisione) ad oggi sono passati molti anni, costellati da mostre di particolare spessore.
Ci sono, nella varietà dei temi trattati, spunti iconografici che sembrano ritornare con una certa ciclicità. Il primo è l’emblema di un uccellino, spesso di profilo, con un lungo e sottilissimo becco. Compare ad esempio in opere come Il nido, Il vento del Sud, L’icona, Al centro, La Terra e il Cielo, In volo. Un secondo motivo è quello dell’albero, tanto caro a Klee che nei suoi appunti proprio attraverso l’immagine dell’albero, ha descritto il procedimento creativo dell’artista (l’albero) che affonda le sue radici nel terreno (l’esperienza che egli fa del mondo), per poi trasformare quanto assorbito in lunghi e nodosi rami, verdi foglie e splendidi frutti (le opere)...
Per concludere su Italia conviene ricorrere ancora a Klee, un’artista che egli non a caso ha ritenuto uno dei suoi maestri ideali. Di Klee infatti è una riflessione che qui si può tranquillamente adattare ed applicare al nostro artista della cui arte si può dire che non rende possibile il visibile, bensì rende visibile il possibile.
Paolo Bellini