Pontedera - 5.11.1936
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Incisore, pittore. Pratica l’attività calcografica dal 1973, prediligendo prevalentemente le tecniche dell’acquaforte e acquatinta. Ha realizzato 290 matrici, mediamente 3/4 all’anno. Stampa in proprio e presso la stamperia Cecchi di Livorno. Dal 1972 ha allestito 20 personali e partecipato a 60 collettive
Calamai, come tutti gli artisti artigiani, è in possesso di un robusto impianto tecnico e una chiara impostazione formale in una visione moderna che si traduce nel linguaggio maturo e consapevole che ci propone in queste opere pregnanti di una simbologia appassionata che ci costringe a ripensare il nostro rapporto con la Storia. E’ del tutto naturale, osservando queste opere, ritornare a ricordare il manuale di “Etruscologia” di Massimo Pallottino con il suo dichiarato “mistero” su una civiltà, la nostra, che portiamo come eredità nel nostro patrimonio genetico e che ha coinvolto un artista come Calamai. Giancarlo Calamai, comunque, non è stato solo attratto dai richiami delle “lucumonie”, ha anche alle spalle una lunga strada artistica espressa sia in pittura che in grafica incisoria. La sua figurazione artistica precedente proponeva un’umanità dolente rinchiusa tra confini e barriere quasi incapaci di esprimere una opposizione, umiliata, non compresa, esclusa. Nella sua attuale figurazione vediamo tralicci di ferro, ciuffi d’erba, foglie e radici, chiodi rugginosi, lettere a ricordarci un logo (Coca Cola, ecc.), cocci di reperti archeologici, pezzi anatomici intesi come reperti di una raccolta di avanzi dell’uomo rappresentati con il segno spesso graffiante, spigoloso e il colore talvolta “sopra le righe”, squillante, forte, che crea un’atmosfera di cosciente pessimismo nei confronti della storia dell’uomo.
Mario Lupi